Via dei Priori. Il toponimo deriva dal nome dei dieci magistrati (decemviri o priori), che nel Medioevo detennero il governo cittadino fino agli inizi del Settecento. Antico asse viario etrusco e decumanus romano, poi via regale di Porta Santa Susanna, Via dei Priori si delinea partendo dall’arco del Palazzo dei Priori e collega il cuore della città con la strada che, uscendo da Porta Trasimena, conduce al Lago Trasimeno e in Toscana. Nel corso del tempo si è guadagnata l’appellativo di via sacra dovuto alla costruzione di numerosi insediamenti religiosi, come chiese e oratori. Si è inoltre arricchita di vari palazzi privati, grazie alla ristrutturazione degli edifici attuata negli ultimi tre secoli. Peculiare proprietà della via è la sua caratteristica ventosità (Penna, 1973).
Oggi Via dei Priori è una delle principali vie d’accesso al centro storico. È una via ricca di attività commerciali e laboratori artigiani. Dallo skyline cittadino emerge la Torre degli Sciri, monumento simbolo della via e di Perugia.
Dal percorso principale di Via dei Priori si diramano caratteristici vicoli medievali, spesso tortuosi, angusti, ripidi e coperti da volte che portano a grandi e piccole piazze da raggiungere camminando con il naso all’insù, per ammirare i particolari architettonici e i giardini ‘sospesi’ dei palazzi di città.
Oggi Via dei Priori è una delle principali vie d’accesso al centro storico. È una via ricca di attività commerciali e laboratori artigiani. Dallo skyline cittadino emerge la Torre degli Sciri, monumento simbolo della via e di Perugia.
Dal percorso principale di Via dei Priori si diramano caratteristici vicoli medievali, spesso tortuosi, angusti, ripidi e coperti da volte che portano a grandi e piccole piazze da raggiungere camminando con il naso all’insù, per ammirare i particolari architettonici e i giardini ‘sospesi’ dei palazzi di città.
Piazza Ferri. Già Piazza del Naspo e Piazza della Chiesa Nuova. Dal 1871 è intitolata a Baldassarre Ferri (1610-1680), celebre voce bianca, qui sepolto presso la Chiesa di San Filippo Neri. Ciò è probabilmente dovuto anche al fatto che il quartiere, che si estende da Via Fratti all’Auditorium di Santa Cecilia, era considerato nell’Ottocento il quartiere musicale della città.
Piazza Morlacchi. Già Piazza Aureli e Piazza del Teatro Civico. È dedicata a Francesco Morlacchi (1784-1841), musicista e compositore, soprattutto di musica sacra. Dal 1874, è a lui intitolato anche il teatro che è nella piazza, costruito dalla borghesia cittadina nel 1780 con il nome di Teatro del Verzaro.
Piazza San Paolo. Posta di fronte a un ex monastero clarissiano, deve il suo nome all’omonima chiesa del Colle Landone, demolita in occasione della costruzione della Rocca Paolina. Dall’unità nazionale ospita il Liceo Classico ‘Annibale Mariotti’, riunito poi con il Ginnasio nel 1897.
Piazzetta del Drago. Posta in cima alla Canapina, nel cortile dell’ex Conservatorio Benincasa, ora scuola elementare. La piazzetta era un tempo ‘parcheggio’ per gli asini di coloro che dalla campagna salivano in città: “Meglio che piazzetta, area campestre, ove il drago non si asconde davvero, ma i somari possono respirarvi e pascere con tranquillità.” (Frezzini, 1893)
Via Armonica. Denominazione che potrebbe derivare da un laboratorio di strumenti musicali qui esistito, o da una fabbrica di corde armoniche. All’inizio della via, sulla sinistra, vi è una vasca di pietra, con un grifo, appartenente ad una fonte o a un pozzo, forse la stessa che era collocata, fino ai primi di questo secolo, presso la Piazza di San Francesco al Prato.
Via Benincasa. È sede dal Settecento dell’istituto per orfanelle povere, detto anche Conservatorio delle Provvedute, fondato e mantenuto con un lascito testamentario da Michelangelo Benincasa (1671-1716). Edificio ricostruito ed ampliato nel 1842. Lungo il tratto della via che curva verso Via dei Priori, chiamato anche Vicolo Santa Croce, si affaccia la Chiesa di Santa Croce.
Via Cumana. Denominazione che ha destato opinioni discordanti negli storici. All’inizio della via e di fronte vi erano un tempo due torri. Sullo spigolo del primo palazzo, a sinistra, due stemmi gentilizi della famiglia proprietaria.
Via degli Offici. Già Via San Gregorio, Via San Bernardo, Via Chirurgica. Conduce alla piazza dove erano gli uffici. Questi non ci sono più, ma alla via il nome è rimasto.
Via degli Sciri. Prende il nome dalla antica famiglia degli Sciri, annoverata fra i casati patrizi di Perugia nel 1494 ed estinta verso la fine del Seicento, che qui aveva le proprie case dominate da una torre (denominata infatti Torre degli Sciri) alta circa 46 metri.
Via dei Gatti. Via peculiare, chiusa all’inizio di questo secolo. “Una via per esclusivo uso dei gatti ai quali è intitolata: una volta al giorno lo spazzaturaio ne apre i cancelli o dalla Via dei Priori o dalla Deliziosa e – nettatala – la rinserra a chiave affinché nessun altro animale umano osi turbare i felini negozii. ” (Gigliarelli, 1907)
Via del Cefalo. Traversa di Via della Sposa.
Via Deliziosa. Al civico 7 della via si presenta una lapide, collocata nel 1923, dedicata al generale Fulvio Riccieri, medaglia d’argento della prima Guerra Mondiale. Al civico 17 come riportato dalla lapide posta sulla porta, vi è la casa appartenuta a Pietro Vannucci ‘il Perugino’. L’abitazione è fronteggiata dalla facciata con campanile dell’ex Chiesa di Sant’Antonino, ritenuta dell’XI secolo.
Via del Lauro. Via che si delinea da Via del Piscinello a Via della Sposa.
Via del Poggio. È un poggio ridente, sopra orti e giardini, da cui si gode una magnifica vista della Chiesa di San Francesco al Prato, dell’Oratorio di San Bernardino e dell’area erbosa antistante. Una lapide indica la casa natale di Maria Alinda Bonacci Brunamonti.
Via del Silenzio. Via che si delinea da Via della Cupa alla Piazzetta del Drago.
Via dell’Orso. Nel Medioevo era usanza da parte di famiglie nobili e di alcuni comuni di allevare orsi, leoni e altri animali esotici per la curiosità e il divertimento del popolo. L’origine del nome deriva forse proprio dalla presenza di un orso che veniva tenuto, un tempo, in questa via. È interessante notare che questo animale era anche il simbolo del Rione di Porta Santa Susanna.
Via della Canapina. In questo luogo i cordari o canapari, da cui il nome della via, confezionavano e tendevano le corde. In passato, le due cinte murarie della città si incontravano in cima a Via della Canapina per fondersi nel tratto della Cupa.
Via della Cupa. La denominazione è dovuta alla sua conformazione fisica, cuppa ‘recipiente cavo’. Via della Cupa poggia sopra un tratto delle mura etrusche che, in questo luogo particolarmente franoso, hanno una importante funzione di sostegno e che curvano seguendo la profonda insenatura disegnata dalle ripide pendici del colle, ai cui piedi una cloaca, chiamata fin dal 1326 il cul di Borgna, raccoglieva le acque che defluivano dalla città.
Via della Pernice. “La Via della Pernice, che i cacciatori della selvaggina […] del 1810 vollero così nominare, si distacca dalla Vincioli offrendo la graziosa vista di una casa rifatta sullo stile antico dell’eminente patriotto avvocato Antonio Brizi” (Gigliarelli, 1907). Casa appartenuta anche al Frolliere, lo storico della Guerra del Sale.
Via della Sposa. Deve il suo nome a un episodio riguardante una abitante di Perugia, avvenuto nel 1351, la quale dopo aver sofferto pene d’amore e, si pensa, dopo essere rinsavita da una fattura, nel giorno delle nozze attraversò la via, grandemente festeggiata. A proposito di magia, il quadrivio in cima alla via, sotto alla Porta Trasimena, aveva una cattiva fama: era, infatti, considerato un ‘luogo infausto’ perché vi venivano bruciati gli oggetti ‘affatturati’.
Via della Stella. Al civico 1 e 9 vi sono due torri, facilmente riconoscibili dalle pietre angolari e dall’altezza maggiore rispetto agli edifici adiacenti. Di fronte vi è l’ex Oratorio di Santa Cecilia.
Via Francolina. Dedicata all’antica famiglia perugina dei Francolini, la cui dimora era situata in questa zona, e che probabilmente fece costruire la Chiesetta di Santa Maria dei Francolini, tuttora visibile.
Via Fratti. Già Via dei Perinelli, Via San Gregorio e Via dell’Oratorio. È intitolata a Antonio Fratti (1849-1897), uomo politico e d’azione, morto in combattimento. Fu fatta costruire dai compagni d’arme perugini dell’uomo.
Via Guardabassi. Già Via Retta. Dal 1781 è dedicata a Francesco Guardabassi (1793-1871), patriota e figura molto amata dai perugini non solo per l’impegno politico ma anche per quello umanitario, avendo sacrificato il patrimonio familiare in occasione di pubbliche calamità, come ricorda una lapide posta in questa via sulla casa dove nacque e morì.
Via Maestà delle Volte. Deve il suo nome alla Maestà (termine che anticamente indicava una immagine sacra posta in un’edicola lungo una strada), situata sotto alle Volte sostenenti il primitivo palazzo podestarile, che anticamente copriva la via. Tale affresco, dipinto nel 1297 e più volte rimaneggiato, rappresenta la Madonna con il Bambino fra gli angeli. La via è stata ristrutturata ed ampliata tra il 1927 e il 1929, anno in cui vi fu collocata la fonte in stile medievale disegnata da Pietro Angelini. Lungo il tratto coperto della via, vi è la ceramica di Germano Belletti del 1945, rappresentante i santi protettori Ercolano e Costanzo che presentano Perugia alla Madonna: una specie di ex-voto per le scampate distruzioni della seconda Guerra Mondiale.
Via Ritorta. Stretta stradina che ha conservato buona parte dell’aspetto che aveva nel Medioevo, è tra le più scenografiche dell’interessante e fitto tessuto viario che si sviluppa da ambo i lati di Via dei Priori, e merita di addentrarsi in esso ‘col naso per aria’. Così chiamata per il suo percorso tortuoso ed è considerato uno dei vicoli medievali più autentici del centro storico.
Via Sant’Agata. Prende il nome dalla omonima antica chiesa, di fronte alla quale la via inizia. Nella Chiesa di Sant’Agata venivano abitualmente sepolti i detenuti che morivano nella vicina prigione del Palazzo dei Priori.
Via Vermiglioli. Già Via Vermiglia. Prese il nome dal seicentesco Palazzo Vermiglioli, fatto edificare al civico 16 della via dall’omonima famiglia, di cui si ricorda soprattutto Giovanni Battista Vermiglioli (1769-1848). Fondatore della Cattedra di Archeologia e del Museo Archeologico di Perugia, scrisse la prima monografia sulla Fontana Maggiore, ed era così famoso da attirare Giacomo Leopardi, da lui ospitato dal 10 al 20 novembre 1828. Al civico 5 della via visse dal 1916 al 1927 il grande poeta perugino Sandro Penna (1906-1977), trasferitosi poi a Roma.
Via Vincioli. Prende il nome dall’antica e nobile famiglia che vi ha abitato per circa sei secoli. L’esponente più celebre di questa famiglia è San Pietro Vincioli, vissuto a cavallo del 1000, proprietario del feudo di Agello e abate dell’Abbazia di San Pietro, della quale è ritenuto il fondatore. La tradizione lo vede protagonista di un miracolo, poiché si ritiene che abbia fatto rimanere sospesa con un segno di croce una colonna che stava per crollare.