Piazzetta Santo Stefano. Piazza un tempo chiamata degli Oddi. Nel medioevo non esisteva e le case della famiglia degli Oddi occupavano entrambi i lati della via. La realizzazione della piazza si deve connettere con ogni probabilità alla realizzazione a metà del Cinquecento del Palazzo degli Oddi. La facciata di un palazzo così importante doveva infatti senz’altro avere maggiore luce. Inizialmente il palazzo era più piccolo dell’odierno e la piazza doveva avere un’ampiezza maggiore dell’attuale. Con l’allargamento del palazzo avvenuto nella metà del Settecento e la realizzazione della nuova facciata la piazza ebbe a ridursi nell’aspetto attuale. Fino all’Ottocento sappiamo che la piazza veniva chiamata ‘degli Oddi’ dato che essi erano i proprietari non soltanto del palazzo ma anche degli edifici antistanti. All’inizio del Novecento essa non aveva più alcun nome tanto che Raniero Gigliarelli nel 1907 si domanda la “piazza, adesso senza indicazione, ma un dì col nome degli Oddi, i quali vi hanno sempre avuto la loro dimora. Perché si tolse?”.
Pozzo Santo Stefano. Il pozzo è situato a ridosso della piccola abside della Chiesa di Santo Stefano, sotto la fondazione del muro perimetrale dell’edificio, in corrispondenza di una nicchia con arco ad ogiva. La posizione del pozzo, in asse con il muro perimetrale della chiesa, fa ipotizzare che la sua costruzione sia stata realizzata prima dell’edificazione della piccola aula romanica che, costituiva la primitiva Cappella Sancti Stephani, risalente all’ XI – XII secolo. È improbabile infatti che lo scavo sia stato eseguito successivamente alla edificazione dell’edificio religioso, in quanto tali operazioni sarebbero state di estrema ed inutile difficoltà. Inoltre, da un’attenta osservazione della parte superiore della struttura, si riscontrano alcune modifiche che sono state operate sia per assicurare la stabilità della fondazione, che sopra si stava innalzando, sia per consentire l’utilizzo della struttura idrica esistente. Utilizzando la stessa pietra adoperata per la costruzione delle pareti perimetrali della chiesa è stata infatti realizzata una muratura a secco, di forma tronco conica, mediante la quale si è ottenuto un restringimento della sezione del pozzo e lo spostamento della bocca all’esterno delle murature dell’edificio. La nicchia d’attingimento, posta alla sommità della canna del pozzo, sulla parete della chiesa adiacente all’abside, è stata realizzata, con molta probabilità, contestualmente alla costruzione dell’abside, per facilitare il prelievo dell’acqua. Questa tesi contrasta con quanto asserito nell’opuscolo “Notizie intorno alla Chiesa Parrocchiale di Santo Stefano in Perugia” del 1937, dove si ipotizza che la nicchia sia stata eseguita in fase di ristrutturazione ed ampliamento dell’edificio, realizzata nel corso del XIV secolo.
UBICAZIONE. Perugia, a ridosso dell’abside della Chiesa di Santo Stefano in Via dei Priori.
TIPOLOGIA. Pozzo scavato nel terreno, rivestito, con muratura a secco, solo nella parte sommatale.
DIMENSIONI. Diametro: m. 1.40; profondità totale (dal piano stradale):m. 24,00; profondità dell’acqua: m. 13,00.
DATAZIONE PROBABILE. Molto incerta (probabilmente anteriore al XI secolo).
REFERTO ANALISI DELLE ACQUE. Presenza di modesti livelli di contaminazione; acqua non assimilabile a quelle destinate al consumo umano.
STATO Dl CONSERVAZIONE. Nonostante i dissesti rilevati all’interno del pozzo, l’intera struttura si presenta complessivamente in buono stato di conservazione.
DATA DEL SOPRALUOGO. 23 Giugno 2004
“Notizie intorno alla Chiesa Parrocchiale di S. Stefano in Perugia” è il titolo di un libretto redatto nell’anno 1937 quale “omaggio ai benefattori delle opere parrocchiali di Santo Stefano in Perugia”. Il testo fu pubblicato nel 1938 dalla Tipografia Commerciale di Perugia. La pubblicazione contiene notizie relative alle varie trasformazioni che hanno interessato nel corso dei secoli la Chiesa di Santo Stefano in Porta Santa Susanna. Le informazioni relative alla costruzione del pozzo e, quindi, alla sua datazione, contenute nel citato testo, sono purtroppo piuttosto scarse. In particolare viene detto che, a fianco dell’abside (a destra di chi guarda) fu praticata, forse in epoca posteriore alla costruzione dell’edificio, una nicchia per il pozzo scavato in quel punto, sotto le fondazioni (si vedono ancora i fori dove era infisso con piombo il rampone che sosteneva la puleggia). L’escavazione del pozzo sotto le fondazioni appare però un’ipotesi poco plausibile, è ragionevole invece supporre, come indicato nella precedente descrizione della struttura, che il pozzo fosse già stato scavato prima della costruzione dell’edificio religioso. Viene inoltre detto che quando fu costruita la casa parrocchiale sopra la chiesa (la data di costruzione è incerta) fu demolito il tipico campaniletto e fu costruita un’alta canna o tromba per il pozzo, che doveva avere un bel parapetto in pietra col grifo, addossata all’abside che ne veniva deturpata e spezzata. Questa tromba fu fatta demolire ed il pozzo chiuso l’anno 1908 dal parroco, nonostante che da una finestra soprastante, da tempo immemorabile, vi si attingesse l’acqua potabile per uso domestico. Si vede ancora sull’abside il limite verticale della brutta canna. A cura del Ministero dei Lavori Pubblici – Provveditorato Regionale alle Opere Pubbliche per l’Umbria – Ufficio del Genio Civile di Perugia, è stato redatto un censimento di tutti i pozzi, le cisterne e le cavità presenti nell’area in dissesto di San Francesco al Prato. Nel censimento, effettuato nel 1957, veniva anche indicato il Pozzo di Santo Stefano. Nella scheda di censimento si rileva che a 11,30 metri dal piano della piazza e proveniente da monte si notava un’infiltrazione di acqua sorgiva. La profondità totale del pozzo era stata rilevata in 24 metri di cui 10 metri di acqua. Inoltre è stato indicato il livello idrico rilevato in due tempi: livello alla data del 11.03.1957: m. 14,00; livello alla data del 19.06.1957: m. 12.40.